Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta. Seppure con enorme ritardo, a metà giugno, abbiamo seminato i nostri fagioli biologici. L’anno scorso siamo stati colpiti da una fortissima siccità, quest’anno è stata la pioggia invece che ha fatto ritardare così tanto la semina, che solitamente avviene a metà maggio. Sicuramente Marino, il mio adorato vicino di podere, si sarà rivoltato più volte nella tomba, lui che mi ha insegnato tutto quello che so dei fagioli.
Abbiamo riseminato i nostri semi, ossia i fagioli, che avevo appositamente tenuto da parte l’anno scorso: fagioli borlotti, fagioli cannellini e fagioli del Purgatorio, tutti rigorosamente biologici al 100%. E come sempre, il giorno della semina è stata una gioia, amplificata dal fatto che quest’anno è l’Anno Internazionale dei Legumi, e quale modo migliore di festeggiarlo ?
Come faccio sempre per un’occasione tanto delicata mi piace indossare delle scarpe speciali, delle scarpe da semina. Gli stivaletti rossi con cui ho seminato un ettaro intero di fagioli hanno un posto speciale nel mio cuore, quest’anno ho deciso di passare al viola.
Ho seminato alla maniera antica, continuando una tradizione centenaria che mi ha tramandato Marino, gettando a terra tre o quattro semi per posta e ricoprendoli di terra con i piedi. Chi mi segue su Snapchat ha avuto il piacere di vedere la semina in diretta.
Mentre i passi scorrevano regolari e cadenzati, tanti pensieri mi scorrevano nella mente. Anni e anni di semine, sempre uguali ma al tempo stesso diverse. Quante cose sono cambiate, Marino non è più al mio fianco fisicamente ma la sua presenza è fortissima e costante, le bambine sono cresciute, e anche io a furia di seminare e di affondare radici nella terra sono cresciuta, invecchiata no non lo voglio pensare.
C’è però un filo rosso che lega insieme tutti questi anni, annoda i fili di queste semine, ed è il cuore. Mentre camminavo sulla linea retta del solco il mio mantra era “metti il cuore in tutto ciò che fai”.
Finita la semina è arrivato come sempre il tempo dell’attesa, fatta di corse al campo la mattina presto nella speranza di scorgere qualche filo di verde affiorato dal marrone scuro della terra. Dopo una settimana di attesa e di speranza, finalmente venerdì scorso i primi fagioli hanno mostrato le loro testoline.
Con un sospiro di sollievo ho pensato tra me e me che anche quest’anno ce l’abbiamo fatta. Sono riuscita a perpetrare tutto ciò che Marino mi ha insegnato con tanto amore, pazienza e dedizione, sono stata una brava allieva.
Il miracolo è avvenuto anche questa volta. Un seme inerme e all’apparenza morto ha ripreso vita davanti ai miei occhi, ancora più bello e ancora più verde di prima. E’ il magico cerchio della vita: vita, morte, rinascita.
Nella settimana di attesa cercavo d’immedesimarmi nel seme, secco e morto stecchito. Dove avrà trovato l’energia e la forza per germogliare. Da dove l’avrà presa. E poi una volta germogliato, con quanta forza avrà spinto la terra sopra di sé per bucarla ed emergere ?
Mi è allora venuta in mente una bellissima frase che ho letto qualche tempo fa:
Hanno provato a seppellirci, non sapevano eravamo semi
Sono sempre più convinta che abbiamo tantissimo da imparare dai semi.
5 risposte
Gratitudine del seme.
Il seme, anche se secco, racchiude in se tutta la vita che si risveglia con la semina. Il seme è un miracolo!
Un abbraccio forte
Francesca
Si, hai detto bene Francesca, il seme è un vero e proprio miracolo !! un abbraccio forte anche a te !
E’ nobile da parte della signora ricordare Marino, come un compagno di semine e caro amico. Mi fa molto piacere fare davvero i complimenti alla narratice che racconta la sua esperianza nel seminare i fagioli e parlare delle sue emozioni che davvero le condivido appieno. E’ bello avere un fazzoletto di terreno e seminare o piantare biologicamente dei semi, bè io lo sto facendo e trovo tanto utile e dilettevole leggere la narrativa e la passione della scrittrice che mi ha affascinato. Grazie di tutto cara e affettuosamente saluto Lei e il suo Marino, credo che faccia benissimo andarlo a trovare e portarlo al terreno. Magari sarà un piccolo remember…per lui molto importante. Grazie ancora..
Grazie mille a lei per avere letto il mio racconto ed avere condiviso qui le sue preziose parole ! Purtroppo Marino è morto, ma il suo ricordo resta indelebile nel mio cuore.