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ORGANIC LAVENDER FARM AND AGRITURISMO IN MAREMMA TUSCANY

Accogliere i rifugiati, semplicemente

accoglienza
Photo credits Associazione Carta di Roma http://www.cartadiroma.org/author/associazionecartadiroma/

I fatti degli ultimi giorni ed in modo particolare il post di Claudia Porta mi hanno convinto ad uscire allo scoperto e parlare della bellissima esperienza che abbiamo vissuto qui al Podere Argo l’anno scorso quando abbiamo accolto una famiglia di rifugiati nel nostro agriturismo. Ho deciso di farlo ora perché spero che il mio piccolo gesto possa essere d’ispirazione per tanti altri piccoli gesti che, sommati tutti insieme, possono cambiare la vita di molte persone.

Era il 3 ottobre del 2013 quando al largo delle coste dell’isola di Lampedusa un barcone con 368 persone in fuga da guerre e violenze era naufragato. L’ennesima tragedia del mare, tanti, troppi morti da contare ed identificare. Persone come noi, che proprio come avremmo fatto noi al loro posto, scappavano da guerre, torture, violenze per cercare una vita migliore per loro e per i loro figli. Su tutti i giornali, alla Tv, sui social circolava la foto di un mazzo di fiori che galleggiava sul mare, impossibile rimanere indifferenti davanti ad una tragedia umana di questa portata.

Viola e Ambra che avevano sentito la notizia a scuola ne erano rimaste particolarmente colpite e mi chiedevano spiegazioni: chi erano queste persone morte in mare mentre scappavano dalla loro terra e soprattutto come era potuta accadere una cosa simile. Ambra a scuola aveva fatto anche un disegno in cui rappresentava la scena del naufragio, non dimenticherò mai quel barcone disegnato a matita, tra le onde del mare, con dentro tanti uomini accalcati con le braccia tese verso il cielo in cerca di aiuto e con gli occhi pieni di terrore.

Sono state proprio quelle braccia tese, disegnate così bene da Ambra, che urlavano e imploravano un aiuto a toccare la mia coscienza di donna, di mamma, di essere umano, e a farmi dire BASTA. Il dolore e la commozione di fronte all’ennesima tragedia del mare non mi bastavano più, era arrivato il momento di agire, di intervenire in qualche modo per dare un contributo, seppur piccolo, e aiutare queste persone.

Sentivo che lo dovevo fare soprattutto per le mie figlie, volevo dimostrargli che noi non saremmo rimaste indifferenti, che avremmo fatto qualcosa per cambiare in meglio la realtà delle cose perché tutti noi nel nostro piccolo possiamo, se davvero lo vogliamo, contribuire a rendere questo mondo migliore. Volevo insegnargli che alla morte, al dolore, alla tragedia si poteva e si doveva rispondere con l’amore, con l’apertura all’altro, con l’empatia e la solidarietà.

Ma cosa potevo fare io, in un piccolo agriturismo sperduto nella Maremma Toscana, per dei rifugiati ?

Accoglierli, semplicemente. Questa è stata la mia risposta. Dargli ospitalità nell’unico appartamento del mio agriturismo, riservargli lo stesso trattamento che ricevono i nostri ospiti e in più condividere con loro la nostra casa, la nostra tavola, il nostro tempo, la nostra storia, e fargli trascorrere dei giorni sereni.

Grazie a Chiara Peri del Centro Astalli che ha subito accolto la mia idea e che mi ha aiutato a realizzarla,  a primavera sono riuscita ad ospitare per un fine settimana una famiglia di rifugiati, originari del Congo, qui al Podere Argo.

Non nascondo che nei mesi precedenti al loro soggiorno ho avuto dei dubbi, timori ed incertezze. Avrò fatto la cosa giusta ? Che persone saranno ? Saranno fidate ? Metterò a rischio la mia vita e quella delle mie figlie ? Come sarà la convivenza con delle persone estranee, straniere e così distanti da noi ?

Dubbi e timori che si sono dissolti all’istante nel forte abbraccio di benvenuto.

E’ stata un’esperienza talmente meravigliosa, forte ed emozionante che fino ad ora avevo deciso di tenerla nel mio cuore, come si custodisce il più prezioso dei tesori. Ma ora sento che è davvero arrivato il momento di parlarne, nella speranza che il mio racconto contagi più persone possibili e che altre case, agriturismi, alberghi, aprano le loro porte e i loro cuori all’estraneo, allo straniero, al diverso.

Per noi sono stati dei giorni indimenticabili, durante i quali sentivo che eravamo noi che stavamo  ricevendo un dono prezioso e raro. Sentivo che ero io la fortunata, la privilegiata, perché entrare in contatto con persone che hanno esperienze di vita incredibili, conoscere nuove culture, diversi modi di vivere e di pensare, è davvero un grosso privilegio e qualcosa che non può fare altro che arricchire il nostro cuore e quello dei nostri figli.

Un’esperienza talmente bella che ho intenzione di ripeterla ancora e che consiglio anche a voi con tutto il cuore perché ne uscirete sicuramente cambiati, in meglio.

 

 

 

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