Come vi ho già detto qui, questo è il momento dell’anno in cui si progettano e organizzano le nuove semine, in cui si scelgono le verdure da coltivare, si ordinano i semi e si prepara il semenzaio. Più tardi, quando la primavera arriverà, sarà invece il momento di trapiantare le piantine nell’orto e di seminare direttamente in campo.
Sabato scorso, dopo le tante piogge, finalmente è stata una splendida giornata di sole e noi abbiamo spalancato la porta di casa e siamo uscite in giardino a giocare. Abbiamo giocato a piccoli detective nel nostro orto tabula rasa, in cerca di piante di verdure clandestine, nate spontaneamente dai semi caduti, abbiamo improvvisato un quiz sulle piante aromatiche, io le facevo annusare a Viola e Ambra e loro dovevano riconoscerle e dirmi il nome. Poi, prese dall’entusiasmo e dal tepore del sole, non abbiamo resistito, abbiamo tirato fuori tutti gli attrezzi e abbiamo fatto la nostra prima semina dell’anno. Abbiamo seminato l’insalata “meraviglia delle quattro stagioni” nel semenzaio e dei fiori, i cui semi mi ha regalato una cara amica di blog, in piccoli vasetti.
Mentre seminavamo e trafficavamo con la terra, con i vasetti, con i semi e con l’acqua, ho visto gli occhi di Ambra brillare di gioia; per Viola, che ha 12 anni, invece sono cose ormai scontate e meno interessanti. Ambra era felice di potere finalmente rimettere le mani nella terra dopo un lungo letargo, affondarvi un piccolo seme, coprirlo di terra e poi annaffiarlo, prendersene cura. E’ stato in quel momento, mentre lavoravamo insieme, che mi sono resa nuovamente conto di quanto sia importante , direi fondamentale, questo tipo di esperienza nella vita dei bambini.
Ve l’ho già detto tante volte, le mie figlie hanno seguito da vicino, passo passo, tutta la mia metamorfosi da cittadina milanese a contadina maremmana, hanno assistito ai miei primi goffi tentativi, alla nascita del mio primo orto e alle mie prime semine. E in questa mia metamorfosi ho sempre cercato di coinvolgerle, in forma di gioco, nei miei lavori in giardino e in campagna. Hanno imparato insieme a me a conoscere la terra e tutte le sue meraviglie, sono state mie “assistenti” e compagne di scoperte, di avventure, di crescita e di esperimenti.
Quando sono venuta a vivere qui al podere Viola aveva poco più di un anno, e ha assistito alla nascita del mio primo orto. Mi sembra ancora di vederla, mentre cammina a stento in mezzo alle zucchine e pomodori, mentre cerca di imitarmi con la zappa in mano, più grande di lei. Oppure tutta infangata, a piedi nudi, mentre mangia con gusto i pomodorini maturi direttamente dalla pianta o mentre annaffia le zucchine e se stessa con il tubo dell’acqua.
Nel mio orto ho sempre ritagliato due spazi dedicati per Viola e Ambra, due piccoli quadrati di terra, dove potessero seminare, piantare, coltivare o solo pasticciare a loro piacimento con acqua, terra, pentole, piattini e attrezzi da giardinaggio. Le ho volute anche coinvolgere nella scelta della verdura da seminare, nei fiori e negli alberi di frutta da piantare, andando insieme al vivaio a scegliere le varietà preferite.
Sono convinta che il contatto diretto con la terra e con le sue creature sia fondamentale per i bambini. Che per i bambini sia importante avere la possibilità di affondare le mani e i piedi dentro la terra, entrare in contatto con tutta la vita e l’energia che vi abita dentro, sporcarsi le mani, i piedi, il corpo di terra, in piena libertà.
Seminare un seme, vivere l’attesa del vederlo germogliare, assistere ad una delle più grandi meraviglie del mondo, la sua nascita. Imparare a prendersene cura con delicatezza e con amore, annaffiandolo ogni giorno, e poi vederlo crescere, fiorire e fruttificare dovrebbe essere un diritto di tutti i bambini.
Sarò di parte, ma secondo me fare un orto, in terra, in vasi, in vasetti, dovrebbe essere una materia obbligatoria in tutte le scuole, insieme a materie come la grammatica e la matematica. Mantenere quel contatto stretto con la natura e i suoi cicli, con le nostre radici, credo sia fondamentale per la crescita e lo sviluppo di ciascuno di noi.
Far conoscere ai bambini, fin da piccoli, i miracoli che la natura continuamente ci offre, infondere in loro l’amore e il rispetto per le piante, e per ogni piccolo essere che vive al suo interno, li farà crescere più consapevoli e sicuramente più rispettosi dell’ambiente in cui vivono.
E chissà, forse, dopo essersi presi cura con tanta energia e con tanto amore delle verdure e dei frutti saranno anche più invogliati ad assaggiarli e a mangiarli 🙂
0 risposte
Nessuno più di me è d’accordo con te <3 <3 <3
E’ vero Cecilia, tu ne sai qualcosa di coltivare l’orto con i bambini <3
Uno dei post più bello che abbia mai letto, anche se ahimè io ho un pollice terribilmente nero! E pensare che terra ne ho (300 m di giardino di cui parte potrei adibire ad orto) e anche braccia da mettere a lavoro (tre maschietti tuttofare), e leggendo il tuo post mi è venuta una gran voglia di riprovarci, anche se i miei figli (come me del resto) son più marinai che agricoltori! Concordo con te con l’utilità di insegnare a scuola il contatto con la terra, e fortunatamente, almeno qua da noi, qualche scuola già lo fa da anni!
Grazie !! Sono contenta di averti fatto venire voglia di coltivare…non è mai troppo tardi per provare ed iniziare 🙂 Beatrice