Da quando vivo in un podere in Maremmana ho imparato ad apprezzare anche l’inverno. Con le sue giornate fredde e corte, il suo vento di tramontana forte e tagliente, ma soprattutto ho imparato ad apprezzare il calore della legna, che a mio parere non ha uguali. Mi piace quel il rumore dello scoppiettio dei ciocchi di legna bruciati, l’odore di legna arsa e di brace.
Tra le cose che amo di più fare in questo periodo è cucinare sulla mia stufa: minestre, zuppe, e sughi interminabili che mi accompagnano lungo lo scorrere di tutta la giornata. Pietanze che cuociono lentamente e dolcemente sulla piastra della mia stufa.
Sono fortunata, ho avuto delle grandi maestre in quest’arte. Le mie vicine di podere, Delfa e Amalia, conoscono quasi esclusivamente questo tipo di cottura; quando entro a casa loro di mattina ci sono sempre almeno due o tre tegami che bollono o soffriggono sulla loro stufa e che diffondono un misto di odori di cibo e di legna che ti fa sentire subito a casa. Mi ricordo le prime volte, io “cittadina del mondo” di ritorno dai miei viaggi a Parigi o a Londra, entravo nelle loro case e mi sembrava di essere andata a ritroso nel tempo, faticavo a credere ai miei occhi, a pensare che in Italia ci fosse ancora qualcuno che cucinava su una stufa a legna. Il bello è che loro ci cucinano anche d’estate perché secondo loro la cottura con il gas è diversa, più difficile, è troppo veloce per loro che così rischiano di bruciare tutto.
Ora a distanza di anni, penso che abbiano ragione, le minestre, le zuppe, i sughi cotti sulla stufa hanno un’altra cottura e un altro sapore rispetto a quelli cucinati sui fornelli a gas, hanno il sapore della calma, della lentezza, dell’attenzione e della cura con cui sono stati fatti.
Qualche giorno fa ho pensato di preparare una delle mie minestre preferite in assoluto, pasta e fagioli, naturalmente con i miei fagioli borlotti, che come vi ho già ampiamente raccontato qui per me hanno un sapore molto speciale.
La ricetta appartiene a mia zia Anna, la sorella di mio padre, che preparava la più buona minestra e fagioli che io abbia mai assaggiato. Lei è ancora viva, ma non cucina più, vive in una casa di riposo. E’ un’amante dei fagioli e da piccola mi ripeteva sempre che erano proprio i fagioli il motivo della sua capigliatura fluente e corvina, ed anche la ragione per per cui nonostante la sua età avanzata avesse pochissimi capelli bianchi. Non so se tutto ciò sia vero, so solo che a me i fagioli piacciono tantissimo e che ora che mangio quelli autoprodotti da me, mi piacciono ancora di più.
INGREDIENTI
– 600 g di fagioli borlotti secchi bio
– 3 spicchi d’aglio rosso di Proceno
– rosmarino q.b.
– 1 confezione di pelati
– pasta corta a piacere (io ho usato la pasta senza glutine)
PROCEDIMENTO
– La sera prima mettete in ammollo, in abbondante acqua, i fagioli secchi.
– Il giorno dopo io prima di iniziare la preparazione della minestra faccio bollire i fagioli per qualche minuto nell’acqua e poi li scolo e butto via l’acqua. E’ un metodo di cottura che mi aveva insegnato il mio meraviglioso medico omeopatico, purtroppo morto, che mi aveva seguito durante lo svezzamento delle mie bimbe e che mi aveva dato tanti preziosi consigli. Lui sosteneva che così facendo si eliminavano le sostanze tossiche e poco digeribili che i fagioli sprigionano al momento della bollitura. Un altro prezioso consiglio che riguarda sempre i legumi e i bambini, è quello di usare la tecnica del ranno, ossia bisogna riempire un telo di cotone con la cenere, metterlo sopra ai legumi e poi versarci sopra l’acqua bollente. Come per magia vedrete i legumi che si decorticano da soli, si staccano dalla buccia, diventando così più digeribili per i bambini in fase di svezzamento.
– Tritate finemente tanto rosmarino e gli spicchi d’aglio (preferibilmente l’aglio rosso di Proceno), fateli soffriggere in un dito di olio, aggiungete i pelati e fate cuocere per dieci minuti.
– Aggiungete i fagioli borlotti e molta acqua e fate cuocere a fuoco lento, meglio se su una stufa a legna, per almeno due ore (ma se avete fretta potete pure usare la pentola a pressione).
– Quando la minestra si sarà ritirata almeno di un quarto toglietela dal fuoco, aggiungete una noce di burro e lasciatela riposare per qualche minuto. Passate metà dei fagioli. Io la mia minestra l’ho passata tutta perché alle mie bimbe piace così.
Rimettetela sul fuoco, riportatela al bollore, buttate la pasta e fatela cuocere fino a completa cottura.
Buon appetito 🙂
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Meraviglia, devo provarla anch’io la ricetta di zia Anna!!
In questi giorni anche noi abbiamo cominciato ad accendere sia il termocamino in salotto, sia la cucina a legna. Amo anche io i legumi, soprattutto da quando ho quasi del tutto eliminato la carne e questa zuppa mi stimola. Oltre tutto è davvero semplice semplice. Mi sa che sarà proprio con questa minestra che inaugurerò l’utilizzo culinario della cucina a legna.
Ti abbraccio
Francesca
Grazie Francesca. Fammi sapere se ti piace. Un abbraccio, Beatrice
Ho comprato i fagioli borlotti secchi ma mi sono dimanticata di aquistare un formato di pasta adatta. Non va bene quella all’uovo, immagino! Devo prendere pasta corta e piccola, tipo mezze maniche ma piccoline, ome quelle che usava mia nonna!
Appena l’avrò fatta ti farò sapere.
Un bacione
Francesca