Agosto è arrivato, il caldo torrido anche. Tra arrivi e partenze degli ospiti, con tutto ciò che ne consegue, l’orto e il giardino da curare, i frutti da raccogliere e i nostri prodotti da confezionare, last but not least le bimbe da intrattenere e feste e sagre a cui andare, io faccio fatica a stare dietro a tutto, e in questo tutto è incluso anche il blog. Quindi, se durante questo mese non sarò molto presente qui, ora sapete il motivo.
Ma oggi voglio fare uno sforzo, raccogliere le poche energie che mi restano, e raccontarvi la magnifica giornata che ho trascorso domenica passata sul monte Amiata. Una giornata rigenerante e per me di meritato riposo. Viola e Ambra erano ancora a Gubbio dai nonni, così Ivaldo, io ed un gruppo di amici, abbiamo deciso di cambiare aria e di salire su in montagna, alla ricerca di aria fresca.
In estate, qui in Maremma, è una tradizione andare a fare una scampagnata sul monte Amiata. Anche M., il mio vicino di 90 anni, mi racconta con nostalgia delle sue gite estive sulla Vetta, di pranzi in compagnia di parenti e amici, di tempi spensierati e lontani.
Il monte Amiata, che con i suoi 1738 m.s.l.m svetta nell’Antiappennino toscano, si trova tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Chiana, e tocca le due provincie di Grosseto e di Siena. E’ un antico vulcano, ormai spento, ricchissimo di acque, qui si trovano le sorgenti dei fiumi Fiora, Vivo, Albegna e Paglia. Il monte Amiata ha anche importanti giacimenti minerari sfruttati nel passato, soprattutto di cinabro, il minerale da cui per secoli si è ricavato il mercurio, oggi non più utilizzato. Del passato minerario dell’Amiata, rimangono oggi solo i due musei di Abbadia San Salvatore e di Santa Fiora.
In inverno questo monte diventa un importante complesso sciistico con piste ed impianti di risalita. La stazione sciistica dispone di 12 km per quanto concerne lo Sci Alpino, mentre alcuni km sono dedicati allo Sci Nordico. Si può praticare inoltre lo sci notturno allestito sulla pista attrezzata Dedo-Crocicchio.
L’Amiata è anche una montagna sacra, per gli etruschi era la dimora di Tinia (Giove per i romani) la loro divinità più importante. Mentre in tempi più recenti è stata la culla dell’avventura mistica e rivoluzionaria di David Lazzaretti, il profeta dell’Amiata, che fondò un vero e proprio movimento religioso, il Giurisdavidismo, che conta ancora oggi un gruppo di adepti.
Noi abbiamo scelto di sostare e fare un pic-nic all’ombra di freschi faggi al Prato delle Macinaie, nei dintorni di Castel del Piano. Altre persone intorno a noi munite di sedie, tavoli, sdraie, plaid erano lì a godere dell’aria fresca e tersa. Perchè è una grande gioia, in agosto, provare un brivido di fresco.
Abbiamo pranzato con la panzanella, portata da casa, un piatto povero tipico della Maremma a base di pane raffermo, pomodori, cipolle, cetrioli, tonno e basilico, verdure fresche e tanta frutta.
Dopo pranzo, con la pancia piena, tutti a fare una siesta distesi in mezzo ai faggi alti e fieri, proiettati verso il cielo alla ricerca della luce. Tutti tranne i tantissimi bambini che, intorno a noi, giocavano liberi tra gli alberi intenti a costruire capanne con i lunghi rami, tra un faggio e l’altro.
Ma il vero paradiso dei bambini qui è l’Indiana Park Amiata, un parco outdoor dove è possibile vivere un’esperienza tra gli alberi per tutta la famiglia.
Vari percorsi per bambini dai 4 ai 12 anni dotati di linea di vita continua per una sicurezza totale.
Ponti tibetani, tree climbing, percorsi acrobatici in altezza con passaggi sospesi tra gli alberi.
Il tutto in mezzo a un magnifico bosco di faggi.
L’Amiata Park organizza anche il Geocaching, la caccia al tesoro mondiale con l’uso del GPS per tutta la famiglia, escursioni per scoprire il monte Amiata accompagnati da una guida ambientale, lo Zorbing, rotolarsi sull’erba con una maxi palla. Pernottare o trascorrere solo qualche ora sospesi a 6 metri di altezza in una tenda.
Non vedo l’ora di portarci Viola e Ambra !
Dopo esserci ben riposati e rilassati abbiamo deciso di salire sulla vetta con la funivia.
Dai 1400 m.s.l.m del Prato delle Macinaie siamo saliti fino ai 1738 ms.l.m della cima.
Sotto di noi la natura si mostrava più bella, verde, rigogliosa e incontaminata che mai.
Ai nostri piedi anche dei tratti di piste di sci.
Arrivati sulla vetta per qualche istante ho pensato di essere a Parigi, per poi scoprire che quella davanti a me non era la torre Eiffel, ma la imponente Croce di ferro , un monumento che appartiene al versante senese del monte Amiata, nel comune di Abbadia San Salvatore.
Davanti a noi un panorama talmente ampio che i nostri occhi, a fatica, lo riuscivano ad abbracciare con un solo sguardo.
Il paesaggio osservabile dalla vetta dell’Amiata è forse il più vasto e impressionante di tutta l’Italia Centrale, grazie alla peculiarità morfologica di vulcano e rilievo isolato di questo monte. In condizioni ambientali favorevoli (soprattutto nelle giornate invernali), lo sguardo è libero di spaziare per centinaia di km. Con cielo terso e ventoso si può osservare la quasi totalità degli Appennini: il Massiccio del Gran Sasso d’Italia (Abruzzo), poi da Sud verso Nord, il monte Terminillo (Lazio), i monti Sibillini(Marche/Umbria), il Massiccio del monte Catria (Appennino umbro-marchigiano), il monte Falterona dell’Appennino Tosco-Romagnolo, il monte Cimone dell’Appennino Tosco-Emiliano, l’Alto Appennino parmense e parte dell’Appennino Ligure. Sono visibili inoltre le città di Siena, Grosseto, Arezzo, Viterbo e in condizioni meteorologiche notturne particolari si scorgono le luci di Roma. Sono ben visibili il Lago di Bolsena e il Lago Trasimeno. Verso ovest, in direzione del Mar Tirreno è visibile buona parte dell’Arcipelago Toscano con l’isola d’Elba, il monte Argentario, la Corsica ed addirittura sulla costa verso sud Montalto di Castro (VT).
Noi non siamo stati molto fortunati, domenica c’era molta foschia, probabilmente dovuta alla stagione calda.
Era comunque ben visibile il lago vulcanico di Bolsena, con le sue isole.
Il paese di Arcidosso e in lontananza la Val d’Orcia e la Val di Chiana.
Con un pizzico d’ immaginazione si riusciva a scorgere anche la città di Siena.
Mentre passeggiavamo l’aria che si respirava era leggera, fresca e rinvigorente, proprio quello di cui avevo bisogno per riprendere il fiato e le energie.
Una breve visita alla Madonna degli Scouts, il monumento della vetta sul versante grossetano, nel comune di Castel del Piano. Una scultura realizzata nel 1961 per volere dell’Associazione Scouts Cattolici Italiani.
E’ quindi arrivato il momento di riprendere la funiva e la macchina per scendere giù, in basso, fino alle nostre colline.
Pronti per affrontare una nuova e intensa settimana di lavoro al Podere Argo 🙂
0 risposte
che bella questa gita domenicale! sai che ieri ero di passaggio a Gubbio? città che adoro e dove abbiamo fatto le foto del matrimonio (io sono marchigiana ma vicina vicina all’appennino)…poi siamo andati a Montone dove ci aspettavano degli amici
siamo stati tanti anni fa sul Monte Amiata e ricordo molto bene quella croce imponente ed il panorama senza fine!
un abbraccio
a presto
Silvia
Grazie Silvia ! Davvero eri a Gubbio ? Anche io ho amici a Montone. Un abbraccio anche a te e a presto 😉