Il 17 gennaio è la festa di Sant’Antonio Abate, un eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati. Una festa molto sentita qui in Maremma, questo santo è infatti considerato il protettore degli animali domestici, elementi indispensabili nella vita in campagna di una volta. Quando ancora non esistevano i trattori e i mezzi meccanici per lavorare la terra qui si usavano i buoi e per fare rifornimento di acqua alle fonti gli asini. Gli animali domestici, come polli, maiali e conigli erano anche una delle principali fonte di cibo. I miei vicini mi raccontano di come per la festa di Sant’Antonio andassero tutti gli anni alla chiesa di Montorio, a pochi km di qui, portandosi dietro i buoi, le pecore, i polli, il maiale il fieno, il grano e orzo, loro mangime, per farli benedire dal prete.
Questa tradizione si è mantenuta viva nel tempo nei vari paesi della Maremma, ma a mio parere la più bella, la più suggestiva e più coinvolgente è quella che tutti i 17 gennaio si ripete a Onano. Un piccolo paese della provincia di Viterbo che dista da qui 10 km. Purtroppo quest’anno a causa della neve e di qualche contrattempo, non ci siamo riusciti ad andare. Ma qui vi racconterò la festa dell’anno scorso.
Ecco il programma dettagliato di tutti gli eventi della giornata, si inizia alle 6 di mattina con l’accensione di un grande fuoco nella piazza principale del paese, poi la esce la banda che suona per le strade e alle 10.30 c’è la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli (dato che ormai i buoi per arare i campi non si usano più).
Se leggete attentamente noterete subito che Onano è il paese in cui tutte le parole plurali finiscono con la “e” ! Sì perché gli onanesi hanno questa particolarità di trasformare tutto al femminile plurale: “le mezze agricole”, “le carre” (i carri) “le numere” “le foche” (i fuochi d’artificio). Quanto mi diverto a sentirli parlare, è un vero spasso, e ogni volta riescono a stupirmi trasformando le parole più improbabili e impensabili : “le solche”, “le fagiole”, “le contribute” “le sasse” “le carabiniere” e potrei andare avanti per ore….
A Onano a metà gennaio l’aria è sempre molto frizzante e fredda e riuscire a stare una giornata intera sarebbe una vera impresa se non ci fosse l’entusiamo ed il calore dei suoi abitanti che riescono a farti dimenticare tutto, anche il gelo ! A scaldarci c’è anche il grande fuoco acceso tutto il giorno e tanto tanto cibo caldo e vino, offerto gratuitamente (polenta, fagioli e salsiccia, le famose lenticchie di Onano, pecora ).
In tarda mattinata e’ bellissimo vedere la piazza che a poco a poco si riempie di cavalieri a cavallo, persone accompagnate da cani, gatti, conigli, pecore e asini e tanti tanti trattori che si riuniscono per ricevere la benedizione del prete.
Poi dal sacro si passa al profano e iniziano tutta una serie di giochi tradizionali, quelli che si facevano una volta, alle feste e sagre di paese. Indovinare il peso del maiale, la lunghezza di una salsiccia.
La corsa con i sacchi, con l’uovo e con la pastasciutta.
Il tiro alla fune.
Il tiro delle pignatte.
Poi per pranzo tutti a casa, anche se sinceramente con tutto quello che si mangia durante la mattinata, la fame è poca.
Ma è di pomeriggio con l’uscita dei carri che inizia la vera e grande festa, il Carnevale. Il paese e i suoi abitanti si trasformano. I carri, o meglio “le carre”, sfilano per tutto il paese. Da vicoli, stradine, case, escono persone tutte mascherate, grandi e piccini.
La musica che bussa a tutto volume. Coriandoli che piovono a volontà, forniti a tutti i partecipanti dal paese stesso, a buste intere.
Tutti che ballano scatenati.
L’anno scorso c’era anche il Grande Puffo !
Noi ci siamo divertiti tantissimo, abbiamo passato una giornata stupenda con della gente ospitale, vera e genuina ! Quando siamo tornati a casa avevamo i coriandoli dappertutto e forse qualcuno ancora gira per casa, nel fondo di qualche tasca o borsa 😉
La festa si conclude solo la sera alle 9.30, con le “foche” d’artificio ! Noi non ci restiamo mai a vederli, non ce la facciamo a reggere così tanto tempo al freddo e fuori casa, ma sono talmente grandi e talmente rumorosi che li sentiamo e vediamo dal nostro podere.
E poi “ANNATE TUTTE A LETTO”…..come dice il programma 😉
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anche da noi nel cremonese vengono benedetti gli animali, gli attrezzi agricoli e le persone che lavorano in campagna…la mia mamma diceva: “S. Antoni della barba bianca fame trouà chel che me manca ..”, mistico in ogni caso!!!! Anche a Pozzuolo benedizione e falò con vin brulè, salsicce e banda.
Bello !! Grazie Cecilia per la tua testimonianza 😉
che bello!
Al mio paese c’è la messa con benedizione degli animali e una festa in piazza dove tutti mettono un contributo e si cucina e si mangia tutti insieme.
Ma la parte più bella è la festa dei bambini, che non vanno a scuola e passano di casa in casa per raccogliere pane e soldini…
Grazie Federica ! Che bella anche la festa del tuo paese con i bambini coinvolti 🙂 Buon Sant’Antonio, Beatrice