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ORGANIC LAVENDER FARM AND AGRITURISMO IN MAREMMA TUSCANY

Cera d’api

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L’avete mai sentito il profumo della cera d’api ?

E’ proprio questo profumo, mischiato con quello del miele e della propoli, uno dei motivi, oltre al mio amore per le api, che mi ha spinto a iniziare la mia “carriera” da apicoltrice. Mi ricordo quando, ancora alla prime armi, entravo in una mieleria ne restavo inebriata. Un profumo dolce, che avvolge e s’impregna in ogni cosa.

La cera è uno dei tanti doni che ci fanno le api, instancabili lavoratrici. Sono le giovani api operaie che, grazie a ghiandole ciripare, poste sotto la loro pancia, convertono gli zuccheri presenti nel nettare dei fiori formano questo liquido che a contatto con l’aria solidifica in piccole scaglie. Le api, con le zampe, trasferiscono poi la cera alla bocca, la lavorano con le mandibole e la arricchiscono con la saliva. La cera appena prodotta è di un colore bianco puro e candido, poi con il tempo diventa gialla, per effetto del contatto con il miele, con la propoli e con i pollini.

La cera per le api è il fondamentale materiale di costruzione dei favi, quell’insieme di cellette esagonali che questi ingegnosi insetti usano come culla per le loro larve e come dispensa per immagazzinare le scorte di polline, miele e propoli. La forma dell’esagono non è scelta a caso, è infatti la forma geometrica che consente di ottimizzare la capienza con il minor utilizzo di materiale.

Ogni volta che apro un’arnia e vedo la perfezione con cui sono stati costruiti i favi, mi meraviglio e mi chiedo come facciano ad ottenere delle forme tanto perfette, io avrei difficoltà anche con una squadra e un righello !! E’ incredibile poi vedere con che velocità riescono a costruire i favi gli sciami appena catturati !!

La cera migliore, quella più pura, è quella di opercolo. E’ la cera che le api usano per sigillare le loro scorte di miele e per assicurarsi che si mantenga bene e che non fuoriesca dalle cellette. Quella parte di cera che noi apicoltori dobbiamo rimuovere, disopercolare, nel momento dell’estrazione del miele. Qui sotto vedete un telaino da melario (il melario è la cassetta dotata di telaini, messa sopra all’arnia e dove viene raccolto il miele da smielare), la metà a sinistra è già disopercolata, aperta, con un coltello apposito, mentre la parte restante a destra è ancora da disopercolare, cioè chiusa da uno strato di cera.

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Qui sotto invece vedete i miei due amori, le mie piccole apicoltrici, qualche anno fa nella mia cucina, quando ancora non avevo il laboratorio !! Loro stanno usando una forchetta apposita per la disopercolatura.

Ambra, qui doveva avere 4 anni, ma già sapeva tutto sulle api e sul miele !!

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E Viola, 7 anni, la mia esperta apicoltrice !!

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Altra cera la possiamo ottenere da vecchi favi da sostituire, ma questa cera è meno pura e ha un colore più scuro per i pigmenti lasciati dalle esuvie (resti) larvali.

In entrambi i casi è necessario un processo di estrazione, per separare la cera dal miele e dal resto delle sostanze che compongono il favo (bozzoli e residui dell’allevamento delle larve).

Alla fine della raccolta del miele e della sua trasformazione, io raccolgo tutta la cera ottenuta e la faccio fondere a caldo in una grossa pentola nell’acqua, la cera infatti non si mischia con l’acqua. Una volta fusa la pulisco filtrandola con una garza per eliminare tutte le impurità e la faccio raffreddare.

Ed ecco cosa ottengo:

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Non è stupenda ? Sembra quasi una torta, o una forma di formaggio da addentare. O la Luna, sì una profumatissima e pregiatissima Luna !!

Oltre ad essere bella e profumata la cera ha la caratteristica di essere solida ma di diventare malleabile e plasmabile quando è scaldata e per questo motivo fin dall’antichità ha avuto tantissimi e svariati utilizzi.

Noi la usiamo per fare le candele, la luce di queste candele è molto più “calda” e sana di quella delle candele a paraffina o per preparare un balsamo per le labbra e delle creme per le mani e per il corpo. La cera d’api ha infatti proprietà emollienti molto indicate per le pelli secche e screpolate e idrata in profondità creando una barriera impermeabile sulla pelle.

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19 risposte

  1. Gentile signore,ho acquistato un panetto di cera d’api tutto marrone scuro.La cera mi serve per fare una crema cosmetica all’aloe.Il venditore mi ha detto di metterla in acqua,io ho provato ma la cera è rimasta ugualmente oscura anche dopo essersi raffreddata.Gentilmente potrebbe spiegarmi il perchè e se è comunque adatta per il mio fine?Le sarei grata se volesse rispondermi.Cordialmente Maria Assunta Mascolo

    1. Buongiorno Maria Assunta, forse la cera non è molto pura o è stata sottoposta al calore (sciolta) più volte. Non capisco cosa intende per metterla in acqua ? L’ha sciolta in acqua ? Probabilmente quella che ha lei è una cera più adatta per realizzare candele. Mentre per realizzare creme e unguenti è meglio usare una cera di colore chiaro, più pura e possibilmente d’opercolo.
      Beatrice

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