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ORGANIC LAVENDER FARM AND AGRITURISMO IN MAREMMA TUSCANY

Orto: Seminiamo l’Aglio Rosso di Proceno

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In questi giorni di festa noi non abbiamo mai smesso di lavorare. Sì, in campagna non si sta mai fermi, c’è sempre qualcosa da fare. E con l’arrivo di gennaio, oltre a tutti i progetti per l’anno nuovo, iniziano anche le semine nell’orto. Una delle cose che mi piace più fare, seminare e lavorare nell’orto. Per me seminare è un atto magico, che ancora riesce a meravigliarmi, ogni volta. Sotterrare nelle terra un piccolo seme inerme e apparentemente senza vita e dopo qualche tempo vederlo nascere, crescere, fiorire e dare vita a dei frutti, è per me uno dei più grandi misteri di questa terra. Alla magia si unisce poi la gioia di seminare con le persone a me più care, le mie bimbe che sono delle ortolane nate, i miei amici e il mio vicino preferito, ormai lo conoscete, M, il mio guru della coltivazione della terra, la mia enciclopedia vivente. E allora seminare diventa una festa, è vero è anche fatica, un giorno vi racconterò di quando M. e io abbiamo seminato a mano 1 ettaro (10.000 mq) di fagioli, ma quando le cose le fai con passione e amore, tutto passa in secondo piano.

Così, con le giornate stupende di questi giorni, che hanno asciugato il terreno, la luna favorevole, perché calante, abbiamo approfittato per seminare l’aglio rosso di Proceno, la nostra prima semina del’anno. Come dice il detto: “Se vuoi un bell’agliaio semina di gennaio”. Questa varietà di aglio coltivato in una zona del Lazio vicina a noi, tra Acquapendente e Proceno, ha un sapore più forte e più intenso dell’aglio bianco. E si conserva molto bene. Noi abbiamo infatti usato per la semina il nostro aglio prodotto l’anno scorso.

Nella semina e nella lavorazione dell’aglio M. mi dice sempre che è molto importante che il terreno sia asciutto, non deve essere bagnato se no l’aglio “s’arrabbisce”, si arrabbia, come dice lui, cioè non nasce o cresce male.

La prima cosa che abbiamo fatto, è stata quella di preparare i semi, i bulbilli, aprendo le teste, dividendo i bulbilli e selezionando quelli migliori, cioè più grandi, più regolari e più sani. M. ha spiegato a Viola e Ambra come dovevano fare

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e loro si sono divertite a svestire l’aglio.

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Poi abbiamo preparato la cenere, presa dalla nostra termostufa a legna, con cui scaldiamo l’acqua per tutti i termosifoni di casa e produciamo la nostra acqua calda. La cenere si mette nel solco, prima di mettere l’aglio a terra. M. mi ha detto che quando lui era giovane, e ne seminavano campi interi, la mettevano sempre con la doppia funzione di fertilizzante e di antiparassitario.
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Dopo aver fatto dei solchi con la zappa lunghi tutta la lunghezza dell’orto, profondi circa 5 cm, le bimbe si sono offerte volontarie per cospargere i solchi con la cenere.
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Era come colorare la terra di grigio.
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Seminare e lavorare la terra non è in fin dei conti come disegnare e scrivere ? Con la zappa, con le mani e con i piedi tracciamo  segni, forme, caratteri sul terreno e li coloriamo !
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Naturalmente non poteva mancare la nostra cagnolina Peggy, che ha controllato che il lavoro fosse fatto bene !!
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Ormai tutto era pronto, abbiamo allora iniziato a mettere in terra i bulbilli d’aglio, a distanza di un palmo circa tra l’uno e l’altro. Mi raccomando bisogna metterli nel verso giusto, con la parte più appuntita rivolta verso l’alto e quella più tozza verso il basso, se no l’aglio non nasce 😉
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Così
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Ora dobbiamo aspettare che i piccoli bulbilli nascano e crescano. Verso marzo bisognerà togliere le infestanti con la zappa tra le file e tra le piante. A maggio toglieremo dalle piante il tarlo, ossia gli scapi fiorali, così da rallentare lo sviluppo vegetativo e favorire invece l’ingrossamento del bulbo.
La raccolta dell’aglio avviene di solito tra giugno e luglio. Le piante vengono poi fatte essiccare legate a mazzi e poi intrecciate e pronte per essere vendute e cucinate !!
E mi raccomando non dimenticate:
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0 risposte

    1. Ciao Monica, sì è un bel problema tutta questa pioggia, se non li hai già seminato dovrai aspettare finché non smette e il terreno si asciuga un po’. Fammi sapere come va 🙂 A presto, Beatrice

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