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ORGANIC LAVENDER FARM AND AGRITURISMO IN MAREMMA TUSCANY

L’uomo che piantava gli alberi di J. Giono

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Lo so è tardi per pensare ai regali di Natale, ma io sono sempre stata quella dei regali last minute. Quella che a Milano, si ritrovava il 24 dicembre alle 6 di pomeriggio sulle scale mobili della Rinascente alla ricerca disperata di qualcosa da regalare. Con gli anni devo dire sono migliorata, ma non so perché c’è sempre qualche regalo che mi sfugge di mano.

Se siete ancora alla ricerca di un pensiero da fare, vi consiglio il libro L’uomo che piantava gli alberi di J. Giono. Un libro piccolo piccolo, poche pagine, talmente poche che si possono leggere tutte d’un fiato. Piccolo ma potente, a me è stato regalato a Natale di qualche anno fa da mia madre, l’ho letto subito tutto e da allora ogni tanto mi ritrovo a rileggerlo. Un libro per tutti, grandi e piccini, un libro che in poche pagine riesce ad arrivarti dritto al cuore.

La nostra quercia preferita vicino al Podere questo febbraio con la neve,
La nostra quercia preferita vicino al Podere questo febbraio con la neve,

E’ un racconto allegorico, scritto da Jean Giono, la storia di Elzéard Bouffier, un pastore che l’autore dice di aver conosciuto durante un’escursione solitaria in Provenza. Un uomo di mezza età, rimasto solo dopo la morte della moglie e del figlio, che vive isolato in mezzo alla natura. Una persona umile e silenziosa ma con un grandissimo progetto in mente. Quello di migliorare il luogo desolato in cui vive, con un gesto semplice, seminare un’intera foresta. Lui da solo, albero per albero, giorno per giorno. Un obiettivo tanto grande da sembrare quasi folle, quello di far nascere da piccole ghiande un’intera foresta. Un lavoro che il pastore svolgerà fino alla fine dei suoi giorni, instancabilmente, con meticolosità e con ostinata dedizione.

Il pastore che non fumava prese un sacco e rovesciò sul tavolo un mucchio di ghiande. Si mise a esaminarle l’una dopo l’altra con grande attenzione, separando le buone dalle guaste. Io fumavo la pipa. Gli proposi di aiutarlo. Mi rispose che era affar suo. In effetti : vista la cura che metteva in quel lavoro, non insistetti. Fu tutta la nostra conversazione. Quando ebbe messo dalla parte delle buone un mucchio abbastanza grosso di ghiande, le divise in mucchietti da dieci. Così facendo, eliminò ancora i frutti piccoli o quelli leggermente screpolati, poiché li esaminava molto da vicino. Quando infine ebbe davanti a sé cento ghiande perfette, si fermò e andammo a dormire. La società di quell’uomo dava pace. Gli domandai l’indomani il permesso di riposarmi l’intera giornata da lui. Lo trovò del tutto naturale o, più esattamente, mi diede l’impressione che nulla potesse disturbarlo. Quel riposo non mi era affatto necessario, ma ero intrigato e ne volevo sapere di più. Il pastore fece uscire il suo gregge e lo portò al pascolo. Prima di uscire, bagnò in un secchio d’acqua il sacco in cui aveva messo le ghiande meticolosamente scelte e contate“.

Una ghianda per volta, scelta, esaminata, selezionata. Un piccolo gesto compiuto da un uomo semplice, che però racchiude in sé un immenso atto d’amore e di generosità per la sua terra, per la natura, per gli alberi e per le generazioni future. Elzéard sà che non riuscirà a vedere il compimento della sua immensa opera, non riuscirà mai a vedere la foresta che sta seminando, ma ogni giorno pianta ghiande, perché vuole migliorare quella piccola porzione di mondo in cui vive, perché ha fiducia nelle sue azioni e nelle sue capacità.

“Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole . Ma se metto in conto quanto c’è voluto di costanza,  di grandezza d’animo e d’accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l’anima mi si riempie di  un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un’opera degna di Dio ”.

Penso che ognuno di noi ha in sé la forza di questo piccolo e solitario pastore. Ognuno di noi ha le capacità di cambiare il pezzo di Terra in cui vive, con amore, costanza, dedizione e fiducia. E nel mio piccolo è questo il progetto che ho qui nella mia azienda biologica, quello di seminare con tanto amore e tanta fiducia, rispettando la natura e i suoi meravigliosi abitanti.

E voi che progetti di “semina” avete per questo Natale e per l’Anno Nuovo ?

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