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ORGANIC LAVENDER FARM AND AGRITURISMO IN MAREMMA TUSCANY

Il Caffé di Delfa, la mia vicina di Podere

Il caffé di Delfa io l’ho bevuto in tutte le stagioni, con il caldo, il freddo, la neve, la tramontana e a tutte le ore. La caffettiera era sempre lì che mi aspettava, pronta per un altro caffé.

Il Caffé di Delfa cuoce calmo e lento sulla stufa a legna, non ha fretta di uscire, perché intanto lei ti deve raccontare per la millesima volta di come a 9 anni, settima di 9 figli, nata in un podere vicino a Onano non potesse andare a scuola, ma fosse costretta a stare a casa a preparare la sfoglia per la sua numerosissima famiglia. Due sfoglie per la pasta e una per la minestra. Mima a gesti come, essendo ancora troppo bassa per impastare sul tavolo, le avessero dato un banchetto per poter lavorare meglio. Ricordi indelebili nella sua mente di bambina che hanno segnato una vita, una possibilità di vita. Non aver potuto studiare, sapere a malapena fare la propria firma, aver iniziato a lavorare così presto. Ti racconta come la maestra le mandasse i compiti tramite sua sorella e come lei li facesse di pomeriggio mentre badava le pecore.

La caffettiera è ancora lì comoda, sulla stufa a scaldarsi, una stufa affollata di tegami. Onnipresente quello grande nell’angolo vicino al tubo della stufa, vecchio e in stagno, colmo di acqua bollente e pronto per ogni evenienza: cuocere la pasta, le patate per le galline o per lavare qualche stoviglia. E’ vecchio quel tegame vecchissimo ti dice, ma è pulito, sai quante volte l’ho strofinato con la ghiaia sotto casa. Delfa ti deve ancora raccontare di come ha perso suo fratello ventenne nella guerra di Russia. Di quando ancora giovanissimo aveva lasciato il podere, della lettera arrivata da Civitavecchia con l’annuncio della sua partenza per la Russia e di come fosse poi sparito nel nulla. Ti racconta con ancora le lacrime agli occhi, nonostante siano passati 60 anni, di quando ricevettero la lettera che lo dichiarava definitivamente un disperso, delle urla strazianti della madre per il dolore della perdita e la disperazione di non avere neppure un luogo dove piangere il figlio.

Il caffé ormai è uscito e pronto, ma quando lo assaggi ti accorgi che il caffé di Delfa ha un sapore diverso dagli altri.  E’ un insieme di tanti sapori, profumi, odori. Odore di stufa, di legna, sapore di soffritti, di sughi, di arrosti nel forno, che si fondono in un solo inconfondibile sapore, nella sua piccola e semplice cucina. Il caffé di Delfa è qualcosa di unico, irripetibile, perché dopo che l’hai bevuto ti accorgi che in quella frazione di tempo lei ha condiviso con te tutta la sua storia, la sua esistenza, il suo vissuto. Con quelle poche parole di una semplicità quasi disarmante è riuscita a trasmetterti tutta una vita, la sua.

Il caffé di Delfa oggi per me ha il sapore dolce e amaro di quelle cose che hai tanto amato e sai che non assaggerai più.

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