Quanti giorni, ore, mattinate intere ho passato “a veglia”, come si dice qui, in compagnia dei miei vicini a chiaccherare. Intorno a una stufa a legna nelle fredde giornate invernali quando fuori tira forte la tramontana o all’ombra di una grande veranda in estate quando il calore del sole immobilizza tutto.
Come una bambina curiosa sono andata da loro a scuola per imparare l’ABC della terra, un alfabeto a me sconosciuto.
A sentire i loro racconti, la storia della loro infanzia qui in campagna, ogni volta mi vengono i brividi. Mi descrivono un mondo magico, di fiaba. Un mondo fatto di tanto lavoro, tanta fatica e allo stesso tempo di gioia pura. Mentre mi raccontano di giornate intere passate a zappare o vangare sotto il sole, nei loro occhi traspare una gioia vera, fatta di cose semplici. Una gioia che nasce dallo stretto contatto con la natura, con i suoi cicli e le sue stagioni e di rapporti umani autentici.
La frase che più spesso intercala i loro racconti è: ” Non avevamo niente, non avevamo soldi, lavoravamo dall’alba al tramonto, ma eravamo felici…nei campi si cantava e tutti ci aiutavamo”.
Sono sicura che quando mi sono presentata la prima volta, mi hanno preso per matta. Come era possibile che una donna nata a Milano avesse deciso di venire a vivere in un podere isolato in campagna ? Per loro era incomprensibile.
Quanto avrei voluto essere lì quando si svegliavano all’alba per “governare” le vacche nelle stalle e per prepararle ai lavori dei campi, quanto avrei voluto sentire quel profumo di pulito che hanno solo le lenzuola di canapa lavate a mano con la cenere, sentire salire il profumo del pane appena sfornato dal forno a legna sotto casa, o la sera sedermi insieme a loro intorno ad un’enorme focolare.
Mi sono riempita gli occhi e il cuore dei loro racconti, delle loro storie raccontate all’infinito. Storie che non stancano mai, storie che parlano di un tempo che non c’è più, che non esiste più se non nelle loro voci, nei loro ricordi. Un passato, che appartiene a tutti noi, e che rischia di perdersi per sempre.
Storie che mi sono state regalate e che conservo nel mio cuore come doni più preziosi dell’oro, storie che ora vorrei condividere con voi.