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ORGANIC LAVENDER FARM AND AGRITURISMO IN MAREMMA TUSCANY

“Argo ! Chi era costui ?”

Argo. Un nome strano per un Podere. Un nome mitologico. Argo, il gigante dai 100 occhi,  la nave degli Argonauti o l’Argo a me più caro fin dai quando ero bambina, il cane di Ulisse. Nonostante siano trascorsi 20 anni dalla partenza di Ulisse da Itaca, Argo vecchio e malandato riesce a riconoscere il suo padrone al suo ritorno, lo saluta e muore.

Mi sono chiesta tante volte perché questo Podere si chiamasse Argo e tante volte l’ho chiesto ai miei vicini che hanno assistito alla sua nascita e alla sua costruzione da parte dell’Ente Maremma negli anni ’50. Neppure il mio vicino Marino, la mia enciclopedia vivente del luogo, mi ha saputo dare una risposta “Hanno scelto così, dev’essere un nome mitologico”.

Finché un giorno durante una delle mie lunghe chiaccherate con lui tutto mi si è chiarito.

Marino è partito per la seconda guerra mondiale nel settembre del 1942 e dopo varie peripezie, trasferimenti, prigionie in Algeria è ritornato a casa il 17 agosto 1947.

Ben cinque anni erano passati, la sua famiglia non aveva più avuto sue notizie, non sapeva se fosse vivo o morto. Era partito a 19 anni da un podere sperduto nel cuore della Maremma, aveva viaggiato in lungo e il largo tutta la penisola e arrivato in Sicilia era stato imbarcato per l’Algeria, qui era stato fatto prigioniero dagli americani in un campo di concentramento a Orano, e poi era diventato loro collaboratore. Ora a 24 anni faceva ritorno a casa cambiato nell’aspetto e nel cuore.

L’avevano lasciato a Orvieto e da lì a piedi, facendo alcune tappe da suoi parenti, era riuscito a ritornare al suo amato podere. Ora lascio la parola a lui:

“Ero quasi arrivato a casa. Stavo camminando lungo la strada, sai quella che ora collega il tuo al mio podere, faceva molto caldo e non c’era nessuno in giro. Quando a un tratto vedo un grosso cane bianco che mi viene incontro. La riconosco è la nostra cagna Bianca, un pastore maremmano, lei da lontano mi ringhia e poi avvicinandosi mi riconosce e mi salta addosso leccandomi e facendomi le feste. ”

Grazie Marino ora capisco, sì, questo Podere non poteva che chiamarsi ARGO.

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